Il bambino C., adorabile biondino di 8 anni, ha avuto una PCI 2+1 agli arti inferiori, che vuol dire che le gambe sono rigide, spastiche, con movimenti distonici, un braccio tende alla retrazione soprattutto durante gli sforzi, ma tutto sommato cammina (storto, con treppiedi, con fatica, ma cammina) e soprattutto, come molti bambini colpiti da PCI , è un pochino più intelligente della norma.
Dev’essere una questione di adattamento: bambini con infermità fisica di qualche tipo sopperiscono al deficit fisico con la prontezza intellettuale.
Se viene coltivata con imparzialità, questa diventa intelligenza, altrimenti, diventa furbizia da quattro soldi.
Mi rincresce doverlo ricordare, ma i genitori che le danno tutte vinte a questi bambini, come se fossero così speciali da non aver bisogno di regole, si ritrovano in casa uno stronzetto supponente, che tratta tutti come fossero creature a sua disposizione, e così oltre all’handicap sono anche antipatici.
Un giorno vi racconterò un caso emblematico.
Ma oggi parliamo del bambino C.
Se viene coltivata con imparzialità, questa diventa intelligenza, altrimenti, diventa furbizia da quattro soldi.
Mi rincresce doverlo ricordare, ma i genitori che le danno tutte vinte a questi bambini, come se fossero così speciali da non aver bisogno di regole, si ritrovano in casa uno stronzetto supponente, che tratta tutti come fossero creature a sua disposizione, e così oltre all’handicap sono anche antipatici.
Un giorno vi racconterò un caso emblematico.
Ma oggi parliamo del bambino C.
Poiché è in cura presso la struttura X da molti anni, il bambino C. è ormai di casa. Entra ed esce da solo, la madre, biondissima anche lei, fa un bel sorriso a tutti e poi va a farsi un giretto durante l’ora di terapia. Immagino un’ora di corse per fare spese, pagamenti, commissioni. Tutto quello che si vede è un bel sorriso e una fiducia data da anni di conoscenza. Tutti i terapisti della struttura conoscono C., perché è consigliabile cambiare terapista dopo un po’.
Per questa settimana sono io a fare terapia con lui, dato che sostituisco una ragazza in vacanza. (Ebbene si, anche i terapisti vanno in vacanza, seppur molto di rado.)
I colleghi mi hanno informata che è un grande appassionato di UFO, legge moltissimo e vede ogni speciale in tv, chiede a chiunque, e infatti la domanda arriva:
“Tu ci credi agli UFO?”
“Mah, diciamo che non vedo ragioni per escluderli. Tu ci credi?”
Domanda superflua, ma stavo facendo una manovra di allungamento agli arti inferiori, che per chi ha una componente di spasticità non è mai un piacere, quindi mi faceva comodo che si svagasse.
“Si, io ci credo. Lo sai che sono stati avvistati? Secondo te come sono fatti?”
“Tu ci credi agli UFO?”
“Mah, diciamo che non vedo ragioni per escluderli. Tu ci credi?”
Domanda superflua, ma stavo facendo una manovra di allungamento agli arti inferiori, che per chi ha una componente di spasticità non è mai un piacere, quindi mi faceva comodo che si svagasse.
“Si, io ci credo. Lo sai che sono stati avvistati? Secondo te come sono fatti?”
Così, iniziamo una discussione su forma, avvistamenti, caratteristiche, attendibilità delle fonti, racconti di presunti rapimenti, che dura più o meno tutta la terapia. Lui è un paziente ideale: non protesta, è collaborativo, tenta le novità, e dice apertamente se fa male, o se non riesce, senza essere pigro ma senza strafare (che in un bambino secondo me sarebbe preoccupante).
Quando capitiamo sul discorso rapimenti, vedo che le domande si intensificano, e così comincio ad avere una di quelle intuizioni folgoranti che capitano forse un paio di volte ogni dieci anni.
Chiedo: “C, ma perché ti interessano così tanto gli UFO”
“Perché sono sconosciuti. Chissà se sono cattivi. I racconti dicono che chi è stato rapito…”
La butto lì a bruciapelo.
“Ma perché mi chiedi tutte queste cose? Hai paura di essere rapito?”
“… Si”
“E perché dovrebbero rapire proprio te?”
“…”(lungo silenzio)
“C., perché hai paura che rapiscano proprio te?”
(Guardando in basso): “...perché io non posso scappare”
Non è professionale, ma non ho potuto fare a meno di abbracciarlo.
Gli ho detto “Non ti preoccupare, non ti rapirà nessuno.”
Ma poiché so che non si può combattere una paura irrazionale con una spiegazione razionale, ho aggiunto:
“Mi pare di ricordare, comunque, che non rapiscono i bambini, quindi sei al sicuro”
Ma poiché so che non si può combattere una paura irrazionale con una spiegazione razionale, ho aggiunto:
“Mi pare di ricordare, comunque, che non rapiscono i bambini, quindi sei al sicuro”
“Davvero non rapiscono i bambini?”
“Credo proprio di si. Ora ci informiamo bene, la prossima volta ne parliamo. Ok? Intanto facciamo tanti esercizi così diventi velocissimo, che male non fa, anche se non dovessero esistere.”
Voi direte. Hai preso tempo. Si.
Spero che per quando sarà grande questo interesse per gli UFO sarà diventata una curiosità scientifica, e lui avrà strumenti emotivi sufficienti per difendersi dalla paura di essere rapito perché “speciale”.
Ne ho parlato con la sua psicologa, in privato. Spero che abbiano trovato una formula discreta per tranquillizzarlo. Purtroppo non lo vedo da due anni, chissà quant’è cresciuto.
Sarà diventato velocissimo.
Sarà diventato velocissimo.
Wow, ottoppiù! Beh, Grazie. :)
RispondiEliminaTu non escludi l'esistenza degli ufo mentre pratichi manovre potenzialmente dolorose agli altri inferiori di un minorenne. Dimostra praticità e capacità di improvvisazione: ottemmèzzo.