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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

10 tipi di fisioterapista che potresti incontrare oggi stesso

1)       Il neolaureato . Si sente fortissimo, le terapie gli sembrano quasi tutte più facili di quanto credesse, si impegna molto e accetta qualunque paziente in qualunque parte del mondo. Essendo fresco di studi  considera sullo stesso piano diagnostico una patologia rarissima e una frequentissima.  E’ il motivo per cui spesso ci azzecca, rispetto a colleghi più esperti. Quello, e l’entusiasmo, lo rendono invincibile… fino al primo corso di approfondimento, quando cade nello sconforto della vastità di cose da sapere. 2)       L’”arrivato”. Ogni volta che lo incontri, lascia intendere di essere la massima autorità nel campo si cui si sta occupando in quel momento, anche se se ne occupa da due mesi. Spesso parla lasciando cadere briciole di sapienza che  spera tu raccolga -per il tuo bene-. Due mesi dopo, lo riincontri e si sta occupando di tutt’altro, in cui comunque è già diventato formatore di medici e professori. E così via.  E’ insopportabile, ma spesso è bravo davvero,  e

10 cose che non sai sul tuo fisioterapista

1) Il corso di laurea in fisioterapia dura tre anni. In esso il fisioterapista impara l’anatomia, la riabilitazione e la nobile arte del cercare corsi affidabili per imparare tutto il resto. 2) Se il tuo fisioterapista ti sembra stanco, è perché ha passato tutto il giorno a dare attenzioni . Se sembra riposato, ha solo imparato a dissimulare molto bene. 3) Non c’è la tecnica perfetta: ma c’è sicuramente il fisioterapista giusto per te , quindi non smettere di cercarlo! 4) Il fisioterapista non è un mago : prima di chiedere una risoluzione istantanea ai tuoi problemi, chiediti quanto tempo ci hai messo a costruirli, in quanto tempo hai trovato una diagnosi, quanto ti ci è voluto per deciderti che ti serviva una mano, e fai una media realistica per il recupero. 5) Non omettere informazioni -anche di vecchia data- quando racconti di te: l’anamnesi è fondamentale . Ma non raccontare la ricetta dei biscotti di tua zia: l’anamnesi non è un libro di cucina. 6